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Un itinerario per gli appassionati di storia e di arte attratti dalle testimonianze di un trascorso storico, che solo la capitale del Tavoliere ed il territorio dei monti della Daunia possono raccontare:

 

Mese Marzo – Aprile – Maggio
Province Foggia
Durata Tre giorni
Consigliato per Anziani – Bambini – Coppie – Single – Studio

 

GIORNO 1 – Il Tavoliere e le pendici dei monti dauni
(Foggia – Ascoli Satriano – Deliceto)
La prima giornata dell’itinerario proposto è  dedicata ad una visita alla città di Foggia alla scoperta delle antiche testimonianze di un passato ormai remoto. Si parte dalla Chiesa del Calvario, un complesso tardobarocco a forma di croce latina all’interno del quale è possibile ammirare posizionata sull’altare una croce in cui è conservata una reliquia del sacro Legno della vera croce di Gesù. Ci si incammina quindi verso il Museo Civico all’interno di Palazzo Arpi, edificio ricostruito sui resti del palazzo imperiale di Federico II di cui purtroppo resta un unico elemento supersite: l’arco del portale, opera di Bartolomeo da Foggia. Presso il museo è possibile rimanere affascinati da una notevole collezione di materiale dauno con ceramiche a figure rosse e dai reperti frutto degli scavi della provincia, tra i quali spiccano quelli diHerdoniae. Dopo una breve sosta si prosegue verso la Cattedrale voluta dai normanni, dalla quale sarà possibile raggiungere Corso Vittorio Emanuele per dedicarsi allo shopping.

Ascoli Satriano è situato su un’altura che si divide in tre colline, dette Pompei, Castello e Serpente, sulla valle del Carapelle. Proprio sulla collina del Serpente si estende il parco archeologico dei dauni “Pasquale Rosario”. I numerosi reperti archeologici qui trovati testimoniano che l’avvicendamento di diversi popoli: i Dauni, i Sanniti, i Greci ed i Romani: famosa è infatti la battaglia di Ascoli, dove nel279 a.C. combatterono i Romani e l’esercito di Pirro. Divenuta colonia romana, fu poi alleata dell’esercito d’Annibale durante le guerre puniche. Più tardi i Saraceni, che riuscirono a costituire un Emirato a Bari,  la distrussero dopo averla saccheggiata.
Ascoli fece poi parte dei possedimenti bizantini in Puglia, e l’arrivo i Normanni la trasformarono in contea. La storia più antica della città è stata studiata da Pasquale Rosario, illustre cittadino di Ascoli, che per primo capì l’importanza della collina del Serpente e dei ritrovamenti archeologici di età dauna che ne hanno fatto uno straordinario museo a cielo aperto. Nel corso degli scavi è stata rinvenuta unanecropoli del VI sec. a.C. con splendidi selciati a spina di pesce, le fondamenta e i muri di un grande santuario. Ancora percorribile è il Ponte Romano del I-II sec. d. C., a tre arcate sul fiume Carapelle, mentre da altri due ponti sull’Ofanto e ancora sul Carapelle emergono solo dei resti così come del grande Arco in contrada Valle dell’Arco è visibile un muro diroccato. Un acquedotto Romano sotterraneo è stato individuato nelle campagne sottostanti il paese. Interessante è l’opera muraria che i Romani realizzarono per la captazione delle acque sorgive.

Deliceto sorge su di una collina, circondata da boschi e torrenti, nella parte settentrionale della regione tra la pianura del tavoliere e i monti dell’Irpinia. Sebbene dominata da un castello che lascia intendere origini medievali, la storia di Deliceto giunge sino alla protostoria. Ne è la prova il rione Pesco, fatto di grotte scavate nel frontone dello sperone Elceto. Il maestoso Santuario della Madonna della Consolazione, presenta a tutt’oggi le stesse caratteristiche architettoniche che possedeva nel XV sec. Bella nella sua semplicità è la chiesa Madre con all’interno le reliquie del Beato Benvenuto da Gubbio ed una Croce reliquia del 1400.
Tra le ricorrenze: il 24 febbraio la festa di San Mattia, in onore del quale gli abitanti del paese si sfidano nell’accensione dei falò e per tutta la notte vengono eseguiti balli e musiche popolari; il 5, 6, e 7 maggio la festa patronale di San Benvenuto, con processione della statua del santo per le vie del paese fino al Santuario della Consolazione; la festa in onore di San Rocco, durante la quale gli emigranti residenti all’estero fanno ritorno in paese; infine il 22 ed il 23 settembre la festa in onore diSanta Maria dell’Olmitello con sfilate in costume.

Rientro a Candela per pernottamento “a casa nostra” e passeggiata serale nel centro Candela

 


GIORNO 2  da Rocchetta  alla “Vedetta di Puglia”

(Rocchetta Sant’Antonio – Bovino – Accadia – Sant’Agata di Puglia) 


Al confine con Campania e Basilicata, Rocchetta Sant’Antonio è considerato tra i più bei borghi d’Italia, tanto da meritare la prestigiosa Bandiera Arancione del Touring Club Italiano.
La prima fortificazione, risalente intorno all’anno mille, è forse d’origine Normanna e del primo castello, datato al 1050, oggi resta solo una torre.
Il vero simbolo di Rocchetta Sant’Antonio è, tuttavia, il cinquecentesco castello voluto da Ladislao II D’Aquino. Completata nel 1507, la fortezza che ricorda la prua di una nave è stata realizzata a forma ogivale, molto probabilmente su progetto di Francesco Di Giorgio Martini. La struttura è caratterizzata da ingegnosi sistemi di difesa e da eleganti linee che lo slanciano sul pendio del suggestivo borgo antico.
Tra i vicoli del centro storico e tra le pavimentazioni in pietra delle viuzze si erge la Chiesa Matrice del 1754, scrigno di opere di indiscusso valore, tra le quali si segnalano tele dello Scogniamiglio, Giaquinto, e Brudaglio.
Da ammirare, anche, la torre campanaria del Cinquecento che si conserva in tutto il suo splendore.
Si consiglia di visitare anche le zone rurali che custodiscono preziose tracce archeologiche e percorsi attrezzati per trekking, bike e ippica.
Interessante sono la ricca flora e la fauna presenti nei sinuosi guadi del grande Fiume Ofanto che bagna gran parte del territorio ai confini con la Lucania. Di notevole pregio sono anche le chiese e i conventi rupestri come l’abbazia di Santa Maria in Giuncarico, immersa nel bosco dell’Annunziata.

Bovino, si trova al confine tra Puglia e Campania e proprio per la sua posizione geografica ha sempre svolto un ruolo strategico nei collegamenti tra Adriatico e Tirreno. Le prime tracce di presenza umana nel territorio di Bovino risalgono al neolitico. La città fu fondata dai Dauni e partecipò alle lotte sannitiche contro i Romani, dai quali viene distrutta e ricostruita col nome di Vibinum e ottenne il riconoscimento di città municipale con il privilegio di governarsi con le proprie leggi. In seguito a distruzione per mano longobarda, venne ricostruita con mura difensive e strade, la cui configurazione originaria, tortuosa e stretta, è tuttora osservabile nei quartieri più antichi.
La città fu nuovamente rasa al suolo prima dai Saraceni, e poi dall’Imperatore Ottone I. Durante la dominazione di Federico II, Bovino visse un periodo di tranquillità e prosperità, passando poi agli Angioini e successivamente a vari feudatari.
Questo piccolo centro del sub-appennino dauno, si fregia della menzione di “borgo più bello d’Italia“.

Accadia si trova a 620 metri di altitudine ed è immersa nel verde dei bei colli del subappennino dauno meridionale. Il paese si trova a ridosso del confine campano, a poca distanza da Bovino e Ascoli Satriano. Un luogo incontaminato, in cui domina il verde lussureggiante dei boschi secolari e del caratteristico sottobosco dauno.
Anche Accadia ha la sua storia antica, infatti la cittadina avrebbe accolto i superstiti dell’antica città di Aecae che sorgeva nel territorio della vicina Troia, distrutta da Silla nell’88 a.C. L’impianto urbanistico medievale originario trova la sua espressione più eccelsa nel rione Fossi, un mosaico di grotte, alcune risalenti alla preistoria, e di antiche case oggi in via di ristrutturazione.
La bellezza paesaggistica, le diverse sorgenti d’acqua, l’immenso patrimonio di tradizioni e di usanze che si vanno via via recuperando e la tranquillità offerta dagli spazi incontaminati che circondano Accadia sono le credenziali vincenti di un territorio che cerca, anche con l’agriturismo, di valorizzarsi al meglio. Da ammirare la ottocentesca Fontana Monumentale, l’attigua Torre dell’Orologio, e il piccolo ma ricco Museo Civico di Via Borgo. Nella vallata del Rotato sono presenti i resti di una Taberna Romana, mentre sul monte Crispignano (m. 1105), sorge il Santuario della Madonna del Carmine, eretto tra il XIII e il XIV secolo. In contrada Santa Maria, sulla strada per Monteleone, si trovano i resti della piccola e antichissima chiesa di Santa Maria Maggiore (o dei Teutoni).

Secondo la tradizione, Sant’Agata di PugliaBandiera Arancione del Touring Club Italiano, fu fondata dai Longobardi. Secondo alcune fonti storiche, il primo insediamento si formò probabilmente intorno al Castello con i Normanni.
Ambita dai Bizantini, che qui eressero una torre per scopi militari, Sant’Agata di Puglia passò successivamente sotto il dominio degli Angioini, che ne rinforzarono ulteriormente il castello. Nel XV secolo fu edificata la chiesa parrocchiale, mentre il castello fu convertito dai vari feudatari in dimora signorile. Da visitare la chiesa matrice, intitolata a San Nicola, a tre navate, con un altare ligneo del XVI secolo, numerosi dipinti del XVII secolo e un bel campanile. Si consiglia di visitare la Chiesa di Sant’Andrea, a navata unica, eretta nel XVI secolo, al cui interno è presente un bel crocifisso ligneodel XVIII secolo.

 Rientro a Candela per pernottamento “a casa nostra” e passeggiata serale nel centro Rocchetta San’Antonio


GIORNO 3 A spasso tra storia e gastronomia
(Troia – Orsara di Puglia – Faeto )

Troia è un’antichissima città le cui origini si fanno risalire all’eroe greco Diomede. Ma i vari reperti storici ritrovati sul suo territorio risalgono all’era preistorica. Nel corso dei secoli Troia subì numerosi assedi e distruzioni. Dati certi si iniziano ad avere dall’inizio del XI secolo quando il catapano bizantino Basìlio Bojoannes giunse in Puglia per ripristinare l’autorità dell’Impero d’Oriente nei confronti del Papato e degli Imperatori d’Occidente. Il Catapano si fermò con le sue truppe su questa collina, poichè facilmente difendibile, e qui egli fondò la Nova Troja. Ma dopo un lungo assedio, nel 1022 la città si arrese all’Imperatore e al papa e passò al rito latino, conoscendo un momento particolarmente fiorente. Nel corso dell’XI XII secolo la città, sede vescovile, ospitò numerosi concili ecumenici. Con il saccheggio operato dalle milizie di Federico II, nel1229 cominciò il declino della città, nonostante una parziale rinascita sotto gli Angioini.

Faeto sorge su di un monte che domina la valle del torrente Celone, attorniato da boschi. I dintorni del paese sono caratterizzate da sterminate distese di faggi, da cui il nome Faeto, faggeto, bosco di faggio. Nasce nella seconda metà del XIII secolo, quando Carlo d’Angiò, durante l’assedio di Lucera contro i Saraceni, invia duecento soldati provenzali presso il castello di Crepacuore. Sconfitti i Saraceni di Lucera, Carlo d’Angiò concede ai soldati provenzali ed alle loro famiglie di restare nel quasi disabitato Castello di Crepacuore. Per gli amanti della natura, Faeto offre per più di 150 ettari faggi, querce, cerri e latifoglie. Suggestive e generose le sorgenti di acque minerali dalle rinomate proprietà diuretiche e curative. Le più frequentate sono : il “Piscero” a circa un chilometro dal paese, la fonte di San vito, la fontana di Coppi, immersa nel bosco comunale, la fontana di “Sciurtone”. Numerosi i mulini diffusi sul territorio a voler sottolineare l’importanza dell’acqua, sia da un punto di vista agricolo ma anche dal punto di vista economico e turistico. Divesi i siti di rilevanza artistico-culturale:  la chiesa Madre del Santissimo, costruita nel 1570 utilizzando il materiale dell’antico Castello, la Casa del Capitano dove ha sede ilMuseo Etnografico.

 Rientro a Candela per pernottamento “a casa nostra” e passeggiata serale nel centro Ascoli Satriano